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Domande su DIECI DONNE D'ARTE
Buonasera Professoressa Nefeli Misuraca
Sono Elisa Bressan. Siccome abbiamo l'opportunità preziosa di poter scrivere in questa Community, provo a porle nuovamente alcune domande.
Probabilmente saranno per lei questi giorni di vacanza e riposo, perciò non si senta vincolata e in obbligo a rispondere. Comprendo pienamente la necessità di distacco.
CONFERENZA SU VERMEER
Qualche giorno fa ho riguardato la prima conferenza di presentazione del corso DIECI DONNE D'ARTE dedicata a Vermeer e all'opera Ragazza con l'orecchino di perla.
In tale conferenza lei ha analizzato il pigmento blu lapislazzuli presente sul turbante della Ragazza e presente anche in un'altra opera di Vermeer, cioè nella Lattaia. In quell'analisi ha stuzzicato la mia curiosità poiché ha affermato che probabilmente anche l'opera della Lattaia può essere un'immagine allegorica, una figura che in realtà non rappresenta veramente una lattaia, ma altro.
Cara Elisa,
grazie delle tue domande, e chiedi pure quello che vuoi.
Hai ragione, la rosa ha certamente quei significati anche se sono più moderni rispetto a quelli che aveva nel primo rinascimento. Durante il Medioevo era simbolo dell'organo sessuale femminile, soprattutto grazie al Roman de la Rose che ne aveva volgarizzato (in tutti i sensi) questo significato. La rosa era però anche simbolo di Venre e della caducità della vita (come abbiamo visto per la Venere di Urbino che stringe in mano delle rose che cadono). Quindi i petali possono indicare proprio questo: la limitatezza della vita terrena se paragonata alla vita immortale dopo la morte. Non direi però che ci sia un riferimento critico verso la Vergine (non era possibile farlo, ovviamente, in una pala d'altare e in ogni caso Lotto non era un blasfemo). La conoscenza nelle donne sicuramente acquisisce un accezione negativa durante il Rinascimento, come abbiamo visto durante la conferenza, e sicuramente quel dipinto mostra che la Vergine, come ogni donna, o è madre o è lettrice.
A mio parere la donna di Feruffini è volontariamente de-eroticizzata perché se è vero che è vestita "in camicia", come si diceva una volta, cioè in sottoveste, non vediamo alcun attributo erotico, e quasi quasi non vediamo nemmeno il suo volto. La fisicità della donna è tutta chiusa nel suo leggere ed è veramente una figurazione dell'arte, della concentrazione che richiede produrre un'opera. In questo senso, è forse anche una Musa e spesso la Musa è rappresentata (anche in scrittura) come una creatura sfuggente, che si nega all'artista.