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L'Accademia dei Riscrittori

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Elisa Bre3Elisa Bre3
Elisa Bre3

Domande su conferenze

Buonasera cara professoressa Nefeli Misuraca.

Sono Elisa Bressan e mi dispiace disturbarla nuovamente.

Ogni sua conferenza viene da me riguardata e ascoltata con attenzione in modo da appuntarmi su un quaderno gli aspetti più significativi. Per tale ragione, mi suscitano domande, curiosità e riflessioni in un secondo momento.

Mi piacerebbe porle alcune domande che riporto di seguito:

CONFERENZA SU SARGENT

  1. Nell'opera che rappresenta le figlie Darley Boit (opera a me sconosciuta) è palesemente rappresentato uno stato psicologico e sociale di queste bambine/ragazze abbastanza inquietante, nonché un'insolita tristezza che non dovrebbe appartenere all'immagine dell'eta' infantile stessa. Immagino che i committenti dell'opera siano proprio i coniugi Darley Boit.


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Il Valzer e la Terza Repubblica

Come promesso vi metto il Valzer che vi avevo fatto sentire ieri durante la conferenza sull'Inconnue de la Seine.

Gaîté Parisienne Cancan

La versione di Bernstein (e una certa registrazione fatta da Bernstein, aggiungerei) è a mio parere la migliore in circolazione. Nessuno come lui è in grado di far apprezzare la complessa orchestrazione del brano e la ricchezza sonora. Gli strumenti che partecipano sono moltissimi, eppure in questa versione li potete sentire tutti ben definiti, che era poi una caratteristica della conduzione di Bernstein.

Composto nel 1858 da Offenbach, il brano che precede e contiene il famoso "CanCan" è la danza indiavolata che si svolge negli inferi nella parte centrale dell'opera Orfeo all'inferno.

Come dicevo ieri, il valzer (che è il ritmo su cui è composto questo brano) era un ballo illegale perché i ballerini si tenevano troppo stretti, e questo era considerato immorale. All'inizio si ballava clandestinamente, e non era certo…


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Nefeli Misuraca
7 ore fa · ha aggiornato la descrizione del gruppo.

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Elisa Bre3Elisa Bre3
Elisa Bre3

Buon pomeriggio professoressa Nefeli Misuraca.La ringrazio nuovamente per la conferenza di ieri sera che ritengo molto curiosa.

Le scrivo nuovamente qui in questa Community per porle alcune domande che riporto di seguito.

  1. LA MADONNA DELLE ROSE. Limmagine della rosa evoca l'evanescenza dell'innocenza e della giovinezza, ma più di tutto la rosa significa amore in tutte le sue sfumature. Le rose sono anche i fiori coltivati dagli angeli nel Paradiso e sono associate alle figure di Eros e Cupido. In quest'opera le rose non sono interne. Ci sono solo i petali, come se fossero state distrutte. Secondo Lei cosa potrebbero rappresentare? L'innocenza perduta della Vergine? (Quindi dando un significato negativo alla spinta verso la lettura, verso la conoscenza da parte della Madonna) . Oppure un amore spezzato? ( L'amore terreno verso la conoscenza, lo studio, la lettura che non può più esistere in quanto la Vergine è Madre)

  2. LA LETTRRICE di Faruffini. Mi Ha colpito…


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Cara Elisa,

grazie delle tue domande, e chiedi pure quello che vuoi.

Hai ragione, la rosa ha certamente quei significati anche se sono più moderni rispetto a quelli che aveva nel primo rinascimento. Durante il Medioevo era simbolo dell'organo sessuale femminile, soprattutto grazie al Roman de la Rose che ne aveva volgarizzato (in tutti i sensi) questo significato. La rosa era però anche simbolo di Venre e della caducità della vita (come abbiamo visto per la Venere di Urbino che stringe in mano delle rose che cadono). Quindi i petali possono indicare proprio questo: la limitatezza della vita terrena se paragonata alla vita immortale dopo la morte. Non direi però che ci sia un riferimento critico verso la Vergine (non era possibile farlo, ovviamente, in una pala d'altare e in ogni caso Lotto non era un blasfemo). La conoscenza nelle donne sicuramente acquisisce un accezione negativa durante il Rinascimento, come abbiamo visto durante la conferenza, e sicuramente quel dipinto mostra che la Vergine, come ogni donna, o è madre o è lettrice.

A mio parere la donna di Feruffini è volontariamente de-eroticizzata perché se è vero che è vestita "in camicia", come si diceva una volta, cioè in sottoveste, non vediamo alcun attributo erotico, e quasi quasi non vediamo nemmeno il suo volto. La fisicità della donna è tutta chiusa nel suo leggere ed è veramente una figurazione dell'arte, della concentrazione che richiede produrre un'opera. In questo senso, è forse anche una Musa e spesso la Musa è rappresentata (anche in scrittura) come una creatura sfuggente, che si nega all'artista.

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Domande su DIECI DONNE D'ARTE

Buonasera, scrivo in questa Community per esprimere innanzitutto il mio enorme piacere e interesse verso il ciclo di conferenze DIECI DONNE D'ARTE. Trovo il ciclo un percorso inedito e strabiliante che attraversa la cultura, la storia, la società, la bellezza. Ho seguito e studiato arte da anni, ma molti aspetti e curiosità e dettagli sono per me nuovi.

Vorrei se possibile porre alcune domande alla Professoressa Nefeli Misuraca, così provo a scrivere qui con la speranza che possa essere questa la modalità più corretta.

  1. Conferenza su Botticelli: Mi ha molto incuriosito e stupito il fatto che il colore blu era considerato colore caldo e colore della passione. Cosa o chi ha portato un cambiamento nella percezione del colore blu nella società moderna?

Quando si studia la vita di Botticelli durante il percorso di studi liceali , la si associa alla famiglia Medici e alla loro visione neopl…


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Ciao, buonasera!

Sul blu, Elisa, se già non lo hai letto, Michel Pastoureau, BLU, storia di un colore, Ponte alle Grazie editore è un testo ricco di storia e costume (ma sono di parte, sono una fan di Pastoureau!)

Grazie per , anche, questo spazio.

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Grazie a tutti i partecipanti

Vorrei ringraziarvi tutti, ringraziando tutte le donne che hanno reso possibile questo ciclo di conferenze.

Grazie a Francesca e le sue stanze, grazie a Olympia e i suoi letti, grazie a Ildegarda e le sue visioni, a Christine e i suoi studioli; e grazie a tutte le Lucrezie e le Antigoni, alle Lisistrate e alle Medee.

Ringrazio tutte le donne che hanno fallito, quelle che mi hanno detto di avere paura, e ringrazio anche chi mi ha mostrato la strada sbagliata, perché sono parte di quella moltitudine femminile che per imparare non ha bisogno solo di chi mostra la retta via.



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Grazie a te Nefeli, hai reso straordinaria ogni conferenza con la tua competenza e le tue analisi fuori dagli schemi convenzionali. Aprire gli occhi sull'arte ma, in realtà, sulla vita stessa. Serve un altro ciclo con nuove scoperte! Un abbraccio e a presto 💚

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Una stanza tutta per sé

Date a una donna una stanza tutta per sé e una macchina fotografica, e vi mostrerà il mondo intero.



La “stanza tutta per sé” di cui parla Virginia Woolf non è quella scatola magica e tragica che per tutte le donne è stata la casa, ma di quel luogo inviolabile che è lo studio. Il petite estude di Christine, il casotto in mezzo al prato di Virginia: un luogo dove essere presenti e invisibili allo stesso tempo; inviolabili.



Questa settimana parleremo dello spazio della donna, e in particolare dello spazio fisico che una donna artista deve scavarsi per lavorare.

Una donna è ovunque e in nessun luogo nella sua casa; si sposta di stanza in stanza per rassettarla, pulirla, portare vasi e cuscini da una parte all’altra, raccogliere indumenti e spazzatura. Se la donna è una mamma, poi, diventa non solo ubiqua ma eternamente disponibile, un crogiolo di affetto incondizionato, di…


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Frida e il ritratto che non è un ritratto

Oggi vedremo come e perché gli autoritratti di Frida Kahlo in realtà non sono affatto ritratti di Frida Kahlo. Discuteremo della ritrattistica e dell'autoritrattistica come genere artistico femminile, e come lo ha reinterpretato Frida. Vedremo anche il rapporto tra l'artista messicana e Francesca Woodman, l'esempio più chiaro di ritrattistica che non ha nulla del ritratto.



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Molto interessante! Come sempre le angolature di visione che il ciclo propone sono sorprendenti, grazie Nefeli

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